CBD, Vulvodinia ed Endometriosi. Il dolore invisibile delle donne.
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L’endometriosi e la vulvodinia sono malattie croniche ed invalidanti, delle quali, purtroppo, la società non ne parla mai abbastanza. Frasi come "Prendi una pillola che ti passa!", "È normale provare dolore durante le mestruazioni", "Sarà solo un semplice crampo", sono molto comuni per chi soffre di endometriosi. Uno dei benefici dei social media, negli ultimi anni, è stato quello di offrire una piattaforma di discussione, dove poter raccontare la propria esperienza senza tabù.
Come ha fatto la modella Giorgia Soleri, che per anni ha combattuto con vulvodinia ed endometriosi, trovando un muro di indifferenza: “La mia storia è la storia di molte persone, e ci siamo stancate di essere considerate invisibili” ha rivelato Giorgia Soleri. “Mi sento in dovere di mantenere alta l’attenzione su un argomento che non ha mai avuto considerazione o risonanza né a livello medico, né a livello sociale”.
Marzo è il mese della sensibilizzazione riguardo all'endometriosi. Questa malattia è un’infiammazione cronica degli organi genitali femminili, causata dalla crescita anomala di cellule endometriali che dovrebbero trovarsi all’interno dell’utero. I tessuti endometriali si accumulano e vengono espulsi ogni mese dal corpo attraverso il ciclo mestruale. Tuttavia, quando il materiale dei tessuti si accumula, si possono verificare gravi disagi: infiammazioni, ferite interne fra tutte.
Questa anomalia può portare la donna a convivere con forti dolori cronici pelvici, lombari, addominali e alcune volte anche intestinali. Altri sintomi dell’endometriosi includono anche diarrea, costipazione, nausea, infertilità o difficoltà a rimanere incinta. In alcuni casi il dolore può essere talmente invalidante da compromettere del tutto la quotidianità delle donne.
In Italia ne soffrono tre milioni di donne, quattordici milioni in Europa e centocinquanta milioni nel mondo. Questa malattia si manifesta soprattutto tra i 25 e i 35 anni, ma può comparire anche in fasce d’età più basse. Inoltre la diagnosi può arrivare dopo un percorso estenuante e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi conseguenze psicologiche.
La maggior parte delle donne che soffrono di questa patologia ricorrono a trattamenti convenzionali. Questi includono antidolorifici, terapia ormonale e chirurgia. L’attrice e regista Lena Dunham ha raccontato a Vogue di essersi sottoposta ad un intervento di isterectomia per porre fine alle sofferenze provocate dall’endometriosi che le stavano rendendo la vita impossibile. Sebbene questi trattamenti siano d’aiuto alla patologia, nessuno di questi è completamente sicuro o privo di effetti collaterali.
Secondo alcune statistiche la vulvodinia, colpisce circa il 15% della popolazione femminile in Italia ed è caratterizzata da forti dolori e fitte nella zona vulvare. Questo dolore diventa ancora più acuto durante i rapporti sessuali, compromettendo la sfera intima. “Molte di noi, nelle fasi acute, sentono dolore anche solo indossando degli slip, dei pantaloni o nello stare sedute”.
Queste sono le parole di Flavia Iannilli, infermiera che fa parte dell’Associazione no profit “La voce di una è la voce di tutte” e che soffre da anni di vulvodinia. Come ha dichiarato alla giornalista Selvaggia Lucarelli durante l’intervista a Radio Capital: “In molte dobbiamo rinunciare al lavoro perché siamo sotto farmaci pesanti, antidepressivi e miorilassanti.” Un grave problema di questa patologia è che la diagnosi può arrivare anche dopo anni ed il costo che le donne devono affrontare per farmaci ed integratori è altissimo.
Il CBD, ha proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie e rispetto agli antidolorifici classici ha indubbiamente meno effetti collaterali. Inoltre, secondo alcune recenti ricerche scientifiche, il CBD potrebbe alleviare i disturbi provocati da endometriosi e vulvodinia. L’entusiasmo degli scienziati per il CBD è dato dalla recente scoperta che il sistema endocannabinoide naturale del corpo è parte integrante del sano funzionamento del sistema riproduttivo.
Il CBD potrebbe essere un valido alleato nel trattamento dell’endometriosi e la vulvodinia, non solo per le proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, ma anche per la sua capacità di influenzare lo sviluppo del tessuto endometriale. Il corpo umano ha diversi meccanismi di difesa che proteggono l’organismo da sostanze estranee, microrganismi e tossine. Quando l’organismo nota cellule danneggiate, induce la morte cellulare “programmata”.
Sfortunatamente, tale meccanismo sembra essere compromesso nelle persone che soffrono di endometriosi e disturbi simili. Uno studio condotto su dei topi ha scoperto che i cannabinoidi inibiscono la diffusione del tessuto endometriosico. Infatti, quando alcuni recettori dei cannabinoidi vengono attivati (dagli endocannabinoidi nel corpo o dal CBD) questi possono prevenire la diffusione delle cellule endometriosiche.
L’endometriosi e la vulvodinia colpiscono le aree interne del corpo. L'olio al CBD può essere un valido alleato per vulvodinia ed endometriosi. Per tale ragione il metodo d’assunzione più efficace è quello per via sublinguale. Applicate le gocce sotto la lingua e lasciatele agire per 1-2 minuti. In questo modo, attraverso i capillari presenti nella bocca, si permette il passaggio del cannabidiolo direttamente nel sangue. Il nostro olio è del tutto naturale.
Il cannabidiolo non ha proprietà intossicanti. Pertanto, è anche disponibile senza prescrizione in Italia e in tutta l'Unione Europea. Tuttavia, è importante tenere a mente che l’assunzione di CBD in combinazione con farmaci da prescrizione può avere interazioni indesiderate. Per tale ragione è fondamentale consultarsi sempre con il proprio medico curante.
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