Decarbossilazione CBD: Cos’è, come funziona e perché è importante

Decarbossilazione CBD: Cos’è, come funziona e perché è importante

Scritto da Martina Bianchi

Aggiornato il

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Tempo di lettura 6 min

La parola suona un po’ spaventosa: decarbossilazione. Per molti evoca subito brutti ricordi delle lezioni di chimica a scuola.

Ma niente paura. La decarbossilazione nel contesto della produzione di CBD non è un processo chimico oscuro con mille additivi potenzialmente nocivi. E non dovrai nemmeno accendere nessun becco Bunsen per trasformare i precursori del CBD (CBDa) nella pianta di canapa nella loro forma attiva – ci pensiamo noi a farlo.

Siccome però intorno alla decarbossilazione del CBD girano parecchi miti, ecco qui il nostro articolo informativo definitivo sull’argomento. (Quasi) senza gergo tecnico e rapido da leggere. Pronto?

Il più importante in sintesi

Per ottenere il CBD, la sua forma acida di partenza, la CBDa (acido cannabidiolico), deve essere decarbossilata tramite il calore. Solo così si rendono possibili i ben noti effetti positivi del CBD.

La decarbossilazione è sì un processo chimico, ma avviene senza ulteriori sostanze (come agenti chimici). Questo rende il processo particolarmente delicato e il prodotto finale molto naturale.

Una decarbossilazione fatta in casa (ad esempio di infiorescenze di cannabis) è difficile da controllare; il prodotto finale potrebbe quindi avere effetti indesiderati (es. psicoattività).

Cos’è esattamente la decarbossilazione?

La cattiva notizia subito: masticare una pianta di canapa fresca non avrà nessun effetto evidente sul tuo organismo (se non forse qualche fibra di canapa tra i denti). Una pianta di cannabis fresca contiene a malapena cannabinoidi “attivi” – né THC né CBD.

Invece, contiene precursori (acidi cannabinoidici), come CBGa, THCa e naturalmente CBDa. La CBDa (acido cannabidiolico) è la forma “acida” di partenza del CBD; la “a” sta appunto per “acid”, cioè acido. A volte viene definita la forma “inattiva” del CBD, e deve essere attivata tramite un preciso processo.

Per ottenere il CBD dalla CBDa serve la decarbossilazione. Con questo processo, grazie al calore, dal CBDa viene rimossa un gruppo carbossilico (COOH). Il risultato? Il cosiddetto CBD “attivo”, con tutte le sue proprietà positive. Il termine “decarbossilazione” descrive semplicemente questa operazione: “de-acidificare” la molecola di CBDa.

Questo processo non riguarda solo il CBD. Anche altri cannabinoidi – come il THC (acido tetraidrocannabinolico, THCa) – nascono tramite decarbossilazione delle loro forme acide. THCa diventa THC, CBGa diventa CBG e così via.

Perché la decarbossilazione del CBD è fondamentale?

In breve: senza decarbossilazione non c’è CBD attivo, e quindi niente effetti benefici.

Ecco perché la decarbossilazione del CBD è così importante:

  • Indispensabile per attivare il CBD
  • Garantisce gli effetti desiderati del CBD
  • Previene la formazione di sottoprodotti indesiderati

La CBDa ha alcune proprietà interessanti, ma la maggior parte degli studi e delle esperienze che trovi sul CBD fa riferimento al CBD decarbossilato. Gli effetti rilassanti, il sostegno per i disturbi del sonno, le azioni antinfiammatorie – tutto ciò riguarda soprattutto il CBD attivo, che interagisce con i recettori dei cannabinoidi nel nostro corpo.

A volte può capitare che alcuni oli di CBD risultino poco efficaci o non offrano gli effetti sperati. Spesso ciò è dovuto a una decarbossilazione incompleta, il che significa che contiene ancora molta CBDa e poco CBD vero e proprio.

Se leggendo recensioni online trovi utenti che dicono che l’olio di CBD “non fa niente”, spesso è per questa ragione. Quindi: quando acquisti un prodotto al CBD, controlla sempre la qualità e le informazioni del produttore riguardo alla decarbossilazione!

Decarbossilazione: Il processo nel dettaglio

Fasi del processo di decarbossilazione:

  • Riscaldamento a 100-150°C
  • Utilizzo di strumenti specializzati per il controllo preciso
  • Analisi di laboratorio regolari
  • Controllo dell’umidità e dei tempi

Qui entriamo un po’ nel tecnico, ma niente paura – saremo concisi. L’attivazione del CBD si effettua a temperature comprese tra i 100 e i 150 gradi Celsius. Temperatura e tempo sono collegati: più alta la temperatura, più veloce il processo.

A circa 110°C, la decarbossilazione completa richiede circa 60 minuti. A 130°C, bastano già 30 minuti, mentre a 150°C il processo dura appena 10-15 minuti. Ma attenzione: temperature troppo elevate possono distruggere il CBD o trasformarlo in altre molecole indesiderate. Serve quindi pazienza e controllo rigoroso.

I produttori professionali utilizzano forni speciali o dispositivi appositi per la decarbossilazione. (Sì, noi “cuociamo” i fiori!) Vengono controllati temperatura, umidità e durata dell’intero processo, per garantire una trasformazione completa e uniforme da CBDa a CBD.

Importante: durante tutto il procedimento non vengono aggiunte sostanze chimiche. Si tratta di una semplice reazione termica. La molecola di CBDa perde il suo gruppo carbossilico solamente grazie al calore, rilasciando anidride carbonica e acqua come sottoprodotti innocui – così come nell’estrazione dell’olio di CBD con CO₂.

Posso decarbossilare il CBD da solo?

In teoria potresti decarbossilare a casa fiori di cannabis ad alto contenuto di CBDa. Un forno domestico, un po’ di tempo – sembra fattibile, no? Ma in pratica è tutto un po’ più complicato.

Il problema principale è il controllo. Un forno domestico non è preciso quanto uno professionale. Piccole variazioni di temperatura possono portare a una decarbossilazione incompleta o – peggio – distruggere parte del CBD. Così il risultato finale avrà effetti imprevedibili.

Il rischio maggiore però riguarda il THC: se la decarbossilazione non è completa, potrebbe restare THC psicoattivo anche se volevi solo CBD. Quindi potresti provare effetti che non cercavi. Una temperatura eccessiva, al contrario, può portare alla formazione di altre molecole potenzialmente dannose.

Senza una decarbossilazione corretta, si perdono anche preziosi terpeni e altri cannabinoidi: queste molecole sono volatili e degradano col calore. Il risultato? Un prodotto con un effetto “entourage” ridotto ed efficacia molto minore rispetto a un prodotto professionale.

Vantaggio / Aspetto

Significato

Strumenti di misura precisi

I produttori usano strumenti per il controllo accurato di tempo e temperatura.

Analisi di laboratorio regolari

Monitorano la conversione da CBDa a CBD e la presenza di altri cannabinoidi.

Gas protettivo durante la decarbossilazione

Evita l’ossidazione, aumenta la stabilità del CBD.

Schutzgas bei Decarboxylierung

Verhindert Oxidation, erhöht Stabilität des CBD.

Conservazione ottimale

I prodotti decarbossilati vengono conservati in condizioni ottimali, il CBD resta intatto.

Decarbossilazione: miti e incomprensioni

Esistono dei miti ostinati attorno alla decarbossilazione. Uno di questi sostiene che servano sostanze chimiche pericolose, e che il prodotto professionale sia meno sano di uno fatto in casa. Come già spiegato: la decarbossilazione avviene senza additivi, anche per i produttori professionali.

In realtà, decarbossilare a casa spesso porta a prodotti con componenti indesiderati e potenzialmente dannosi. Come con qualsiasi processo termico, potrebbero formarsi sostanze dannose in grandi quantità (vedi ad esempio l’acrilammide nelle patatine).

Un altro mito: che il CBD decarbossilato sia meno naturale della CBDa. Questo è falso. Il CBD è naturale quanto la CBDa – in parte si forma anche da solo quando la pianta si essicca. La decarbossilazione controllata serve solo a rendere questo processo completo e omogeneo, così da ottenere un prodotto ricco di CBD e povero di altre sostanze.

Qualcuno pensa anche che con la decarbossilazione si ottengano per forza composti psicoattivi e che quindi “sballi” sempre. Questo succede solo quando dal THCa si genera THC. Anche se in teoria il THCa è presente in ogni pianta, nei prodotti di qualità il contenuto di THC nel prodotto finale è controllato e resta sempre sotto lo 0,3 %.

Falsi miti frequenti sulla decarbossilazione:

  • Necessità di sostanze chimiche pericolose
  • Tutti i prodotti decarbossilati sono psicoattivi
  • Il fai-da-te è sicuro quanto i processi professionali

Conclusione: la decarbossilazione – una scienza fondamentale

La decarbossilazione è la base del CBD efficace. Senza questo passaggio, le proprietà benefiche del cannabinoide resterebbero pressoché inutilizzate. Ciò che a prima vista potrebbe sembrare chimica complicata, è invece un processo termico relativamente semplice: il CBDa si trasforma, grazie a un calore controllato, nel CBD attivo.

Il punto fondamentale: lascia fare ai professionisti. Anche se in teoria puoi decarbossilare a casa, i rischi sono significativi. Temperature irregolari, conversione incompleta o formazione di sostanze indesiderate possono rendere il prodotto inefficace o addirittura dannoso. Solo produttori professionali hanno apparecchiature e know-how per garantire una decarbossilazione sicura, completa e delicata.

Quando acquisti olio di CBD o altri prodotti, scegli sempre la qualità. I fornitori seri informano in modo trasparente sui processi produttivi e forniscono analisi di laboratorio. Così sarai certo di ricevere un prodotto con la giusta concentrazione di CBD, senza sostanze indesiderate o effetti imprevisti.

La buona notizia: il CBD correttamente decarbossilato è naturale quanto la CBDa, ma molto più efficace. Quindi puoi tranquillamente dimenticare i miti sulle "sostanze chimiche pericolose" o sui processi "innaturali" del CBD.

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