
CBD Antinfiammatorio: come il cannabidiolo riduce l’infiammazione e allevia il dolore
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Negli ultimi anni il CBD antinfiammatorio è diventato un argomento di grande interesse sia dal punto di vista medico che del benessere naturale. Sempre più persone in Italia si rivolgono a questo derivato della canapa per gestire dolori cronici, infiammazioni e disturbi del sistema nervoso centrale.
In questo articolo esploreremo le proprietà antinfiammatorie del cannabidiolo (CBD), il suo ruolo nel nostro organismo, le evidenze scientifiche, i diversi tipi di prodotto e le precauzioni da adottare.
Sommario
Il CBD antinfiammatorio è un antinfiammatorio naturale derivato dalla cannabis sativa L., privo di tetraidrocannabinolo (THC) in quantità significative.
Il CBD può ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore in diverse condizioni (dolori articolari, dolore neuropatico, infiammazioni intestinali, sclerosi multipla).
Interagisce con il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale grazie ai recettori endocannabinoidi, aiutando a riequilibrare le funzioni del corpo.
È disponibile in varie tipologie di prodotti: olio, capsule, creme, integratori a base di acidi grassi essenziali e altre sostanze.
Numerosi studi e ricerche di gruppo scientifici forniscono evidenze sui meccanismi e sull’effetto antinfiammatorio, ma l’Agenzia Italiana del Farmaco e il Ministero della Salute raccomandano attenzione e non sostituzione dei farmaci prescritti.
Aggiungi al carrello solo prodotti certificati: verifica la concentrazione di cannabidiolo e l’assenza di THC.
Il termine “il CBD” indica il cannabidiolo, uno dei principali cannabinoidi estratti dalla pianta di cannabis. La cannabis sativa L., o più semplicemente cannabis sativa, è una pianta appartenente al genere Cannabis, coltivata in tutto il mondo sia per uso industriale (canapa) sia per uso medicinale. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), responsabile dell’effetto psicoattivo, il CBD è un derivato privo di proprietà psicotrope e si caratterizza per le sue proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche.
All’interno delle infiorescenze di cannabis FM o di altre varietà certificate, il cannabidiolo rappresenta uno dei gruppi di sostanze più studiati, insieme ad altri cannabinoidi minori. Dalla resina della pianta si ottiene il famoso olio di CBD, ma in commercio troviamo anche prodotti a base di estratti completi e isolate.
Il potenziale antinfiammatorio del CBD si basa sull’interazione con il sistema endocannabinoide, un complesso sistema di recettori distribuiti in tutto l’organismo, incluso il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario.
I recettori CB1, presenti soprattutto nel cervello, e i recettori CB2, abbondanti nei tessuti immunitari, sono i principali “punto di contatto” del cannabidiolo.
Il CBD può modulare le funzioni immunitarie, riducendo il rilascio di citochine pro-infiammatorie e attenuando le cause alla base delle infiammazioni croniche.
Numerosi meccanismi biochimici spiegano come il CBD riduca l’infiammazione: dalla regolazione del rilascio di calcio nelle cellule immunitarie alla modulazione dei canali ionici e dei pathway del sistema nervoso centrale.
L’azione antinfiammatoria si combina con un lieve effetto analgesico, tipico di molti antinfiammatori naturali a base vegetale, che insieme possono alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita.
Dal 2010 in poi la ricerca su CBD e infiammazione si è intensificata, con studi preclinici e clinici che esplorano il potenzialità di questo composto nei seguenti campi:
Sclerosi multipla: ricerche mostrano un miglioramento dei sintomi motori e un ridotto dolore neuropatico.
Dolore neuropatico e dolori cronici: diversi trial evidenziano come il cannabidiolo, assunto in olio o capsule, possa essere un valido supporto alla terapia tradizionale.
Infiammazioni intestinali: in modelli animali e in alcuni casi clinici il CBD migliora le condizioni dell’intestino nei pazienti con colite ulcerosa e morbo di Crohn.
Studi sul corpo umano riportano evidenze di un’azione sinergica del CBD con altri farmaci, a patto di prestare attenzione alle interazioni.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e il Ministero della Salute, pur riconoscendo il potenziale terapeutico del cannabidiolo come medicinale, invitano a un uso prudente e sotto controllo medico, soprattutto in caso di terapie già in corso con farmaci antinfiammatori o immunosoppressori.
Il CBD può essere un valido aiuto per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione in condizioni particolari come:
Artrite reumatoide e dolori articolari
Dolore neuropatico causato da traumi o sclerosi multipla
Infiammazioni croniche del sistema nervoso centrale
Disturbi infiammatori intestinali
In molti casi il CBD antinfiammatorio si integra in modo funzionale con la terapia tradizionale, riducendo il dosaggio di farmaci classici e il rischio di effetti collaterali.
Oltre alle proprietà antinfiammatorie, il cannabidiolo esercita un supporto al sistema immunitario, favorendo un equilibrio nella risposta difensiva dell’organismo. Alcuni studi indicano potenzialità nel modulare le funzioni delle cellule T e delle cellule natural killer, con meccanismi di interazione a livello cellulare ancora in fase di approfondimento.
Olio di CBD in vari formati (da 5% a 30% di concentrazione)
Capsule softgel a base di estratto di canapa con acidi grassi essenziali
Creme topiche e balsami per uso locale su dolori muscolari e punti infiammati
Prodotti full spectrum che contengono un gruppo di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi
Controlla la certificazione del produttore: preferisci canapa coltivata in Italia o in Europa.
Verifica la quantità di cannabidiolo (CBD) e l’assenza di THC.
Scegli il tipo di estratto (isolato o full spectrum) in base alle tue esigenze.
Valuta il formato: l’olio è versatile e adatto a uso sublinguale, mentre le creme agiscono localmente.
Rispetta le indicazioni di dosaggio: inizia con dosi basse (uno o due gocce di olio) e aumenta gradualmente, osservando gli effetti sull’organismo.
Il CBD è generalmente ben tollerato, ma è importante prestare attenzione a:
Possibili interazioni con farmaci epatici o antiepilettici
Leggera sonnolenza o alterazione dell’appetito in alcune persone
Dosaggio eccessivo che può causare disturbi gastrointestinali (a volte mal di intestino)
Evitare l’uso durante la gravidanza e l’allattamento senza consulto medico
In caso di condizioni particolari o terapia in corso, chiedi sempre il parere di un professionista. A volte il CBD può potenziare o limitare l’azione di altri farmaci.
In luce delle numerose ricerche, il cannabidiolo ha dimostrato potenzialità superiori a molti antinfiammatori convenzionali. Tuttavia, servono ulteriori studi clinici su larga scala per definire protocolli terapeutici standardizzati. In Italia la comunità di ricerca si sta ampliando, con gruppi universitari e centri privati che collaborano per chiarire meccanismi, dosaggi e interazioni. La crescente attenzione del Ministero della Salute e dell’Agenzia Italiana del Farmaco potrà aprire la strada all’impiego su etichette mediche, rendendo il CBD un vero e proprio prodotto medicinale in determinate condizioni.
Il CBD antinfiammatorio rappresenta un valido antinfiammatorio naturale, capace di ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore in molteplici condizioni. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, il cannabidiolo interagisce con il sistema endocannabinoide, sostenendo il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale senza gli effetti psicotropi del THC. Pur trattandosi di una sostanza sicura, è fondamentale acquistare prodotti certificati, rispettare le dosi consigliate e consultare sempre un medico, soprattutto in presenza di terapie farmacologiche. In un momento in cui le evidenze scientifiche e le ricerche continuano a crescere, il futuro del CBD in Italia appare promettente, alla luce di sempre nuove scoperte sui meccanismi di azione e sui benefici per il corpo.
Aggiungi oggi stesso al tuo carrello un prodotto a base di olio di CBD di qualità e scopri tu stesso le potenzialità di questo straordinario cannabinoide!
Opinioni dei nostri clienti:
Fonti e studi
¹ Bergamaschi, M., Queiroz, R., Chagas, M. et al. (2011). Cannabidiol Reduces the Anxiety Induced bySimulated Public Speaking in Treatment-Naïve Social Phobia Patients. Neuropsychopharmacol 36,1219–1226, [Quelle]
² Shannon, S., Lewis, N., Lee, H., & Hughes, S. (2019). Cannabidiol in Anxiety and Sleep: A Large CaseSeries. The Permanente journal, 23, 18–041, [Quelle]
³ Prof. Dr. Dr. med. Katharina Domschke (2019). Der Ursprung von Ängsten – können uns Ängste auchhelfen?. AOK Gesundheitsmagazin, Abruf vom 21. Mai 2024, [Quelle]
⁴ Klinikum Stuttgart, Klinische Schwerpunkte: Angststörungen, Phobien und Zwangsstörungen, Abrufvom 21.05.2024, [Quelle]
⁵ Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (2022). 5th edition, Text Revision (DSM-5-TR).American Psychiatric Association Publishing, Washington, DC, 215-262
⁶ John W. Barnhill , MD, Weill Cornell Medical College and New York Presbyterian Hospital (2018).Überblick über Angststörungen. MSD Manual, [Quelle]
⁷ Blessing EM, Steenkamp MM, Manzanares J, Marmar CR. (2015). Cannabidiol as a Potential Treatment forAnxiety Disorders. Neurotherapeutics. 12(4), 825-36, [Quelle]