
La CBD è una droga? Ecco cosa dicono gli esperti
|
Tempo di lettura 7 min
🇩🇪 Made in Germany ✓ Spedizioni in 1-3 giorni lavorativi ✓ Garanzia di soddisfazione di 30 giorni
|
Tempo di lettura 7 min
Il Cannabidiolo (CBD) negli ultimi anni è passato dall’essere un fenomeno di tendenza a diventare un compagno quotidiano per molti. Che sia sotto forma di olio, capsule, caramelle gommose o prodotti cosmetici: i prodotti al CBD si sono ormai affermati e sono disponibili in Italia principalmente online e in alcuni negozi specializzati.
Ma mentre alcuni non vogliono più fare a meno del CBD per alleviare stress, insonnia o dolori, altri non ne sono così convinti. Il CBD infatti – proprio come il THC psicoattivo – viene estratto dalla cannabis. Non sarà allora anche questo semplicemente una droga? E i rischi legati al suo consumo vengono forse sottovalutati?
Analizziamo la questione da vicino. Con noi: informazioni sulla situazione legale in Italia, sul funzionamento del CBD, su cosa lo distingue dal THC e sulle valutazioni attuali degli esperti.
Sommario
Il CBD in Italia non è classificato come sostanza stupefacente in assoluto , ma la situazione è cambiata nel 2025:
Infiorescenze e derivati da fiori sono vietati.
Oli, resine ed estratti rientrano nel regime dei medicinali.
Restano disponibili cosmetici e il farmaco Epidyolex®.
Il CBD non provoca dipendenza e non genera effetti psicoattivi.
Gli utilizzatori riportano da anni benefici del CBD, tra cui miglioramento del sonno e del rilassamento, sollievo dal dolore, riduzione di stress e ansia. Anche la ricerca lo conferma. Mancano però ancora studi clinici su larga scala per dimostrare definitivamente l’efficacia e favorire lo sviluppo di veri e propri farmaci a base di CBD.
L’OMS già nel 2018 ha stabilito in un ampio studio che il CBD non provoca dipendenza né sballo – e quindi non va considerato una droga.
Il CBD (Cannabidiolo) è uno dei più di 100 principi attivi conosciuti, i cosiddetti cannabinoidi, presenti nella pianta di canapa (Cannabis sativa). Diversamente dal suo parente più famoso THC (Tetraidrocannabinolo), il CBD non è psicoattivo. Significa: non provoca sballo, non rende “high”.
Importante da sapere: il CBD viene estratto da particolari varietà di canapa industriale, che hanno naturalmente un contenuto di THC molto basso. Queste varietà sono autorizzate nell’Unione Europea e in Italia possono essere coltivate e trasformate legalmente, purché il contenuto di THC non superi lo 0,2% (con una tolleranza fino allo 0,6% per i coltivatori).
Da anni gli utilizzatori riportano gli effetti positivi del CBD, ad esempio per alleviare dolori e infiammazioni, ma anche problemi psicologici come ansia e stress. Anche per i disturbi del sonno il CBD viene impiegato da tempo con successo.
Sebbene ormai esistano numerosi studi sugli effetti del CBD, i farmaci autorizzati a base di questa sostanza sono pochissimi. In Italia è disponibile ad esempio Epidyolex® , approvato dall’AIFA per il trattamento di rare forme di epilessia (sindrome di Dravet, sindrome di Lennox-Gastaut e complesso della sclerosi tuberosa).
Per quanto riguarda l’efficacia su ansia (1), dolore (2), insonnia (3) e molti altri sintomi, esistono studi, ma spesso mancano test clinici di grandi dimensioni per dimostrare con certezza i risultati. Nel complesso è stato riscontrato che l’effetto del CBD – soprattutto rispetto al THC – è più lieve.
Ne consegue: il CBD è generalmente ben tollerato e, rispetto a molti altri farmaci, presenta pochissimi effetti collaterali.
Effetti del CBD secondo gli studi
Ansiolitico
Antinfiammatorio
Antiepilettico
Neuroprotettivo
Favorisce il sonno
Analgesico
Il CBD è considerato a basso rischio di effetti collaterali. I principali riguardano soprattutto interazioni con farmaci (ad esempio anticoagulanti o antidepressivi). Alcuni utilizzatori riferiscono inoltre secchezza della bocca, sonnolenza e lievi disturbi gastrointestinali.
Rispetto a molti farmaci da prescrizione, questi effetti sono comunque lievi e rari. Tuttavia, dosi elevate di CBD (come nei trattamenti farmacologici) possono talvolta influenzare i valori del fegato (enzimi ALT/AST), soprattutto in combinazione con altri farmaci come il Valproato. Per questo motivo l’AIFA richiede un monitoraggio clinico in caso di terapie a lungo termine.
Secondo l’OMS il CBD non è tossico e non crea dipendenza – e si distingue quindi nettamente dal THC.
Effetti collaterali del CBD
Secchezza della bocca
Sonnolenza
Disturbi gastrointestinali
Interazioni con farmaci (es. anticoagulanti, antidepressivi)
Cambiamenti dell’appetito
In rari casi pressione bassa
Possibili alterazioni degli enzimi epatici ad alte dosi
Un primo passo importante nella politica italiana è stata l’introduzione della cannabis a uso medico nel 2007. I medici possono prescriverla per patologie come dolore cronico, sclerosi multipla o nausea da chemioterapia. La produzione nazionale è affidata allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, sotto controllo del Ministero della Difesa.
Con il Decreto Sicurezza (D.L. 48/2025) la situazione è cambiata:
Infiorescenze di canapa e i prodotti che le contengono (estratti, resine, oli) sono stati inseriti tra le sostanze stupefacenti. Coltivazione, possesso e vendita sono vietati.
Le preparazioni orali a base di estratti di cannabis con CBD sono state inserite in Tabella B dei medicinali (decisione TAR Lazio, aprile 2025). Possono quindi essere utilizzate solo come farmaco su prescrizione .
Restano invece disponibili alcuni cosmetici con CBD (entro i limiti UE) e farmaci autorizzati come Epidyolex® .
Questa normativa italiana è controversa e si scontra con le direttive europee (es. sentenza Kanavape della Corte di Giustizia UE), che vietano il blocco di prodotti al CBD regolarmente fabbricati in un altro Stato membro. Tuttavia, al momento, in Italia resta valida la linea restrittiva del 2025.
In realtà dobbiamo osservare la questione in tre contesti diversi: farmacologia, diritto e linguaggio comune.
In farmacologia qualsiasi sostanza biologica che possa modificare funzioni in un organismo vivente, ma non sia un alimento, viene considerata droga. In questo senso anche il CBD lo è. Così come caffè, nicotina e alcol.
Secondo la normativa italiana aggiornata al 2025, il CBD può rientrare tra le sostanze stupefacenti se in forma di infiorescenze o derivati da esse . È invece utilizzabile come farmaco autorizzato (Epidyolex®) o in cosmetici nei limiti previsti.
Nel quotidiano si parla di droga soprattutto riferendosi a sostanze illegali che provocano sballo e dipendenza. In questo contesto il CBD non è una droga: non fa “high”, non crea dipendenza e, se conforme alla normativa, è legale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha valutato il CBD nel 2018. La conclusione:
“Il CBD non presenta potenziale di abuso né segni di dipendenza. Non ci sono evidenze che sia dannoso per la salute umana.”
Molto chiaro. L’OMS ha persino raccomandato di rimuovere il CBD dall’elenco delle sostanze illegali o soggette a restrizioni, per facilitare l’accesso a prodotti a base di CBD con efficacia medica.
Valutazione OMS sul CBD (2018)
Nessun potenziale di abuso
Nessuna dipendenza
Nessun danno per la salute documentato
Raccomandazione: decriminalizzazione
Potenziale utilizzo medico
Nonostante tutto, per molti rimane un certo scetticismo. Questo deriva anche dall’idea diffusa che il CBD sia uguale o molto simile alla cannabis. A ciò si aggiunge la lunga demonizzazione della pianta di canapa e il malinteso che tutti i cannabinoidi siano psicoattivi.
Eppure la distinzione è fondamentale. Il CBD fa parte della pianta di cannabis, ma agisce in modo completamente diverso dal THC. Mentre il THC si lega al sistema endocannabinoide (responsabile anche dello sballo e della possibile dipendenza), il CBD modula soltanto i processi dell’ECS. È stato persino dimostrato che il CBD ha effetti antipsicotici – e potrebbe quindi attenuare gli effetti del THC.
La risposta è: sì e no. Dal punto di vista farmacologico il CBD è una droga – proprio come caffeina, aspirina o spray nasale. Influenza processi biochimici nel corpo e può essere impiegato per trattare specifiche patologie. Finora sono stati autorizzati pochi farmaci a base di CBD, ma la ricerca sta facendo progressi enormi. È solo questione di tempo prima che arrivino nuovi medicinali al CBD.
Al di fuori di questo contesto, però, il CBD non è una droga nel senso legale o comune del termine. Non provoca sballo, non crea dipendenza, è generalmente ben tollerato e può essere acquistato legalmente in determinate forme.
La classificazione droga/non droga dipende quindi molto dal contesto. Il fatto è: il CBD è una sostanza estremamente interessante, il cui potenziale medico è tutt’altro che esaurito. Ulteriori studi chiariranno ancora meglio il rapporto tra CBD e il nostro ECS e mostreranno quanto possa essere prezioso per la salute e il benessere.
Vuoi utilizzare prodotti a base di CBD? Informati bene su qualità, provenienza e modalità d’uso – e consulta il tuo medico, soprattutto se assumi altri farmaci.
Come per ogni rimedio, il CBD va usato con buon senso. E: la giusta dose, la qualità certificata e l’applicazione corretta sono decisive per ottenere benefici senza effetti indesiderati.
Opinioni dei nostri clienti:
Fonti e studi
(1) Bergamaschi, M., Queiroz, R., Chagas, M., De Oliveira, D. C. G., De Martinis, B. S., Kapczinski, F., ... & Crippa, J. A. S. (2011). Cannabidiol reduces the anxiety induced by simulated public speaking in treatment-naïve social phobia patients. Neuropsychopharmacology, 36(6), 1219–1226.
(2) Mondello, E., Quattrone, D., Cardia, L., Siracusa, R., D’Amico, R., Impellizzeri, D., & Cuzzocrea, S. (2023). Cannabinoids and pain: A systematic review and meta-analysis of controlled clinical trials. Drugs, 83(4), 389–412.
(3) Lavender, I., Garden, G., Grunstein, R. R., Yee, B. J., & Hoyos, C. M. (2024). Using cannabis and CBD to sleep: An updated review. Current Psychiatry Reports, 26(12), 712–727.
(4) World Health Organization. (2018). Cannabidiol (CBD) Pre-Review Report Agenda Item 5.2. Abgerufen von https://cdn.who.int/media/docs/default-source/controlled-substances/whocbdreportmay2018-2.pdf