
CBD Controindicazioni: guida completa a rischi, interazioni e precauzioni
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Negli ultimi anni il cannabidiolo, meglio noto come CBD, ha conquistato un posto di rilievo nel panorama del benessere naturale. Estratto dalla pianta di cannabis e presente in vari prodotti – dall’olio di cocco arricchito di base di CBD all’olio di semi di canapa –, questo principio attivo è apprezzato per le sue proprietà antinfiammatorie, ansiolitiche e analgesiche.
Tuttavia, come ogni sostanza con potenziali benefici, anche il CBD può comportare controindicazioni, effetti collaterali e interazioni riconducibili al suo metabolismo nel corpo e al coinvolgimento del citocromo P450.
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In questo articolo approfondiremo i rischi legati all’assunzione di CBD, i metodi per ridurre i possibili problemi e le linee guida essenziali per sfruttarne al meglio l’efficacia in sicurezza, sempre sotto il consiglio di un medico.
Sommario
Il CBD, a differenza del THC, non è psicoattivo ma può comunque provocare sonnolenza e secchezza delle fauci.
Inibendo il citocromo P450, il CBD può interagire con farmaci come antidepressivi triciclici, acido valproico e anticoagulanti.
Prima di iniziare un trattamento (soprattutto in caso di sclerosi multipla, epilessia o morbo di Parkinson) è essenziale scegliere prodotti di qualità, verificare le concentrazioni di CBD/THC e consultare il medico.
Il CBD è uno dei principali cannabinoidi estratti dalla pianta di cannabis sativa L. A differenza della marijuana, ricca di delta 9 tetraidrocannabinolo, il cannabidiolo non altera il sistema nervoso centrale con effetti “stupefacenti”. Negli ultimi anni, grazie a studi su modelli animali e trial clinici, sono emersi risultati interessanti sulle sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e anticonvulsivanti. Da un punto di vista chimico, il CBD deriva dall’acido cannabidiolico (CBDa) presente nelle infiorescenze della canapa, convertito tramite decarbossilazione.
Le ragioni del successo del CBD nel settore salutistico sono molteplici. Innanzitutto, il profilo di sicurezza generale lo distingue da molte sostanze farmacologiche: nonostante alcune controindicazioni, non induce dipendenza né assuefazione. In secondo luogo, la versatilità dei metodi di assunzione – olio, capsule, balsami topici, persino oli per uso cosmetico – permette di adattarne l’utilizzo a disturbi del sonno, ansia, dolore cronico, e perfino ad alcune manifestazioni legate a sclerosi multipla o morbo di Parkinson.
Il cannabidiolo agisce principalmente attraverso l’interazione con il sistema endocannabinoide, un complesso sistema di recettori distribuiti in tutto il corpo. I recettori CB1, presenti soprattutto nel sistema nervoso centrale, e i recettori CB2, più abbondanti nelle cellule del sistema immunitario, mediano molti degli effetti del CBD. A differenza del THC, che si lega direttamente a CB1 causando euforia e alterazioni cognitive, il CBD modula in modo indiretto questi recettori e influenza anche altri canali ionici e recettori non endocannabinoidi.
Grazie a questa modalità, il CBD può ridurre l’infiammazione, migliorare la qualità del sonno, alleviare l’ansia e proteggere i neuroni in condizioni di stress ossidativo. In pazienti affetti da epilessia resistente, come nella sindrome di Dravet, le proprietà anticonvulsivanti del CBD sono state chiaramente dimostrate attraverso studi clinici e hanno condotto all’approvazione di farmaci a base di CBD negli Stati Uniti e in Europa.
I consumatori possono scegliere tra diverse formulazioni, ognuna con indicazioni specifiche:
Oli sublinguali : spesso realizzati con olio di cocco o olio di semi di canapa come carrier, questi prodotti permettono un’assimilazione rapida e dosaggi flessibili.
Capsule e softgel : utili per chi cerca dosaggi precisi e un gusto neutro, le capsule offrono un metodo discreto e comodo per il sollievo quotidiano.
Prodotti topici : creme, balsami e unguenti a base di CBD si applicano direttamente sulla zona interessata, ideale per dolori muscolari o articolari.
Prodotti full spectrum : contengono l’intera gamma di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi della pianta di cannabis, sfruttando l’effetto entourage per un’azione più completa.
È importante leggere con attenzione l’etichetta di ogni prodotto per verificarne gli ingredienti, le concentrazioni di cannabidiolo e la quantità di THC presente nella pianta (< 0,2% in Italia) e, se possibile, rivolgersi a distributori certificati che forniscono analisi di laboratorio indipendenti.
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Sebbene il CBD goda di un buon profilo di sicurezza, non è esente da effetti indesiderati. Tra i più comuni si riscontrano secchezza delle fauci, sonnolenza e lieve calo della pressione arteriosa. In alcuni pazienti può comparire nausea o problemi gastrointestinali, spesso legati alla qualità dell’olio o al carrier utilizzato.
La sonnolenza indotta dal CBD può risultare marcata se l’assunzione avviene in concomitanza con altri sedativi o alcolici e può rappresentare un rischio in chi svolge attività che richiedono il pieno controllo psicomotorio. È quindi consigliabile evitare di guidare o maneggiare macchinari pesanti quando si sperimenta per la prima volta un prodotto a elevata concentrazione di CBD.
Controindicazioni generali:
Gravi malattie epatiche e insufficienza renale, dove un accumulo di sostanza potrebbe aggravare le condizioni.
Gravidanza e allattamento, per l’assenza di studi certi sull’effetto del CBD sul feto e sul neonato.
Allergia a uno degli ingredienti, come olio di cocco o altri oli veicolanti.
In tutti questi casi è fondamentale consultare il proprio medico prima di avviare qualsiasi trattamento a base di cannabidiolo.
Uno dei capitoli più delicati riguarda le interazioni tra CBD e farmaci metabolizzati dal citocromo P450. Questa famiglia di enzimi epatici regola la trasformazione di numerosi principi attivi, dagli antidepressivi triciclici all’acido valproico, fino ai farmaci per la pressione sanguigna e agli anticoagulanti.
Il CBD può inibire l’attività del P450, causando un aumento delle concentrazioni plasmatiche dei farmaci concomitanti e il conseguente rischio di tossicità. Allo stesso tempo, l’assunzione simultanea di alcuni prodotti potrebbe ridurre l’efficacia del CBD stesso. Tra i casi più documentati figurano:
L’interazione con l’acido valproico, potenzialmente associata a un peggioramento della funzione epatica.
L’effetto sul metabolismo di antidepressivi, che può amplificarne gli effetti sedativi o ansiolitici.
La possibile interferenza con i farmaci antipertensivi, causando cali improvvisi di pressione.
Per ridurre questi rischi, è imprescindibile informare il medico di tutti i farmaci assunti, inclusi integratori e prodotti a base di canapa, e procedere con adeguati aggiustamenti di dosaggio.
In alcune patologie neurologiche e croniche le controindicazioni al CBD richiedono un’attenzione ancora maggiore.
Sindrome di Dravet ed epilessia : l’uso di farmaci a base di CBD in queste forme di epilessia è regolato da linee guida rigorose e necessita di monitoraggio clinico costante.
Sclerosi multipla : sebbene il CBD possa alleviare spasticità e dolore neuropatico, le formulazioni devono rispettare concentrazioni e metodi di assunzione stabiliti dal medico.
Morbo di Parkinson : alcuni studi suggeriscono benefici sui disturbi del sonno e sui sintomi motori, ma servono ulteriori trial clinici per definire protocolli sicuri.
Disturbi d’ansia e sonno : il CBD può rivelarsi un valido alleato, ma in presenza di terapie psicofarmacologiche è consigliabile ridurre i dosaggi e procedere gradualmente.
In tutti questi casi, la valutazione dei rischi e dei benefici deve essere effettuata da un medico specialista, che potrà modulare il trattamento in base ai risultati clinici e agli eventuali effetti collaterali.
Per minimizzare i rischi e massimizzare i benefici del cannabidiolo, è opportuno:
Scegliere solo prodotti certificati e sottoposti a test di laboratorio indipendenti, in cui siano chiaramente indicati i contenuti di CBD, THC e altri cannabinoidi.
Iniziare con basse concentrazioni e aumentare gradualmente, tenendo un diario dei sintomi e degli eventuali effetti avversi.
Evitare l’assunzione parallela di sostanze sedative, alcolici o altri farmaci senza aver ricevuto il parere del medico.
Monitorare regolarmente pressione arteriosa, funzione epatica e parametri ematici in caso di uso prolungato.
Non utilizzare CBD in gravidanza, allattamento o in caso di allergie note agli ingredienti del prodotto.
Rispettare sempre le linee guida nazionali e le indicazioni fornite dal professionista sanitario.
Il cannabidiolo offre potenziali benefici per il dolore, l’ansia, l’infiammazione e diverse forme di epilessia, ma presenta anche controindicazioni e rischi da valutare con attenzione. Comprendere il modo in cui il CBD interagisce con il corpo, conoscere le modalità di assunzione corrette e i possibili effetti collaterali – dalla sonnolenza alla secchezza delle fauci, fino alle interazioni con farmaci epatici – è fondamentale per un utilizzo sicuro ed efficace.
Prima di iniziare qualsiasi trattamento è quindi imprescindibile consultare il proprio medico, seguire le linee guida e selezionare prodotti di qualità con concentrazioni certificate di principio attivo. Solo in questo modo il CBD potrà rivelarsi un alleato prezioso per il benessere del corpo e della mente, riducendo i rischi e potenziando i suoi noti benefici.
Opinioni dei nostri clienti:
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Fonti e studi
¹ Bergamaschi, M., Queiroz, R., Chagas, M. et al. (2011). Cannabidiol Reduces the Anxiety Induced bySimulated Public Speaking in Treatment-Naïve Social Phobia Patients. Neuropsychopharmacol 36,1219–1226, [Quelle]
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³ Prof. Dr. Dr. med. Katharina Domschke (2019). Der Ursprung von Ängsten – können uns Ängste auchhelfen?. AOK Gesundheitsmagazin, Abruf vom 21. Mai 2024, [Quelle]
⁴ Klinikum Stuttgart, Klinische Schwerpunkte: Angststörungen, Phobien und Zwangsstörungen, Abrufvom 21.05.2024, [Quelle]
⁵ Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (2022). 5th edition, Text Revision (DSM-5-TR).American Psychiatric Association Publishing, Washington, DC, 215-262
⁶ John W. Barnhill , MD, Weill Cornell Medical College and New York Presbyterian Hospital (2018).Überblick über Angststörungen. MSD Manual, [Quelle]
⁷ Blessing EM, Steenkamp MM, Manzanares J, Marmar CR. (2015). Cannabidiol as a Potential Treatment forAnxiety Disorders. Neurotherapeutics. 12(4), 825-36, [Quelle]